La Sicilia è una delle regioni che mi affascina di più, insieme alla Sardegna (di cui non ho mai scritto su questo blog, perché non ci sono mai stata, ma che mi riprometto di visitare presto). Sarà perché è un’isola, sarà perché non ha un’anima sola e si presenta con le sue mille facce e sfaccettature, sarà perché qui si trovano delizie mai viste e sapori mai provati e, poi, la sua storia che sembra non esser stata ancora del tutto raccontata, ma che viene fuori in mille modi, scoprendosi a occhi più avidi di ricerca, regalando sorprese.
Qualche mese fa mi trovavo tra Palermo e Cefalù, tra le Madonie e i resti di un’antica colonia greca, esattamente nell’area archeologica di Himera. Ho pernottato presso un agriturismo speciale – perché gestito da persone che dire squisite è poco – e che prende il nome proprio dal luogo in cui sorge, Terre di Himera. Fabrizio e Maria mi hanno accolta con grande generosità, dimostrando tutta la loro professionalità e bravura nell’ospitalità.
Qui ho trovato la qualità: nei servizi offerti (camere con vista magnifica da trascorrerci intere settimane, colazione abbondante e con prodotti a km0 a base di frutta appena raccolta, pane, torte e marmellate preparati da loro freschi freschi, cene ricche con piatti tipici e gustosi) e nel tempo che mi hanno regalato con le loro storie e la condivisione delle loro idee e progetti sul futuro.
La struttura sorge, come dicevo, nell’area archeologica di Himera, sui resti dell’antica colonia greca, risalente al VI secolo a.C. e andata distrutta a seguito della guerra punica. Si possono ammirare i reperti nel museo archeologico, a due passi, dove è custodita la Phiale Aurea, un pezzo unico al mondo che, da solo, vale un viaggio in queste terre. L’agriturismo è anche un’ottima base di partenza per andare a far visita a Cefalù e le sue spiagge (circa 30 km), anch’essa ricca di una storia greca quasi dimenticata e di cui porta traccia nei resti del Tempio di Diana (IX sec. a.C.), posta su una rocca delle Madonie, dove si ha una vista magnifica sul golfo.
Da Terre di Himera ci si potrà spostare facilmente anche verso Palermo (50 km), in direzione opposta rispetto a Cefalù e andare a scoprire questa città dai mille volti, specchio della stessa Sicilia, dominata da vari popoli che hanno lasciato impronte arabe, normanne, francesi, spagnole, ecc. e farsi catturare dalle zone meno turistiche come il Mercato del Capo o il quartiere della Vucciria, così povero e quasi trascurato all’apparenza ma fucina di un nuovo fermento artistico e culturale nella città, che si dispiegherà a pieno per il 2018, anno che vedrà Palermo Capitale della Cultura.
Mi sono ripromessa di tornarci perché la mia fuga, in questa parte di Sicilia, è durata solo tre giorni, il tempo di pregustare la sua bellezza. Merita una visita più approfondita, un tempo più lungo per imparare a scoprirla e a scoprirsi, nei suoi mille volti. E Terre di Himera sarà il punto da dove partire e dove tornare ogni volta, nel silenzio e nella pace delle Madonie.
“Vero è che le Sicilie sono tante, non finiremo mai di contarle.” (Gesualdo Bufalino)