Stocco di Mammola, dai mari del nord alle tavole del sud

C’è un pesce che viaggia dai paesi del nord Europa fino in Calabria. Non ci credete? È lo stocco di Mammola, merluzzo che viene lavorato dai calabresi con una particolare tecnica di essiccazione e spugnatura, molto antica, dove l’acqua sorgente dell’Aspromonte – data la sua speciale composizione chimica – ha la sua parte, esaltandone il gusto. Gli oligoelementi non sono da sottovalutare, come non è da sottovalutare il consumo dello Stocco che, si dice, sia prezioso per le donne in stato interessante perché aiuta nella produzione del latte. Quante ne sanno i calabresi!

Se vi trovate da queste parti, fatene una scorta nelle pescherie o nei mercatini locali, è facile trovarne anche in alcuni supermercati in Belgio e in Lussemburgo, tra i maggiori importatori di Stocco di Mammola che, non dimentichiamolo, è uno dei prodotti inclusi dal Ministero delle Politiche Agricole e Forestali nell’Elenco Nazionale dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali.

Lo si prepara in vari modi: con le patate, con i fagioli, i peperoni, arrostito, fritto. Se non riuscite a trovarvi per la Sagra dello Stocco il 9 agosto, potrete provarlo in tutte le sue varianti al Ristorante ‘A Piazzetta, nel centro di Mammola, borgo medievale con piccole viuzze e casette addossate una all’altra. Una particolarità del posto sono i mulini, alcuni antichissimi, come il Mulino Vecchio ad acqua, con le tegole e muratura in pietra, risalente al 1800, dove una volta si preparava proprio lo stocco. Mulini e stoccafisso: non si direbbe, ma la Calabria e i paesi nordici hanno molto in comune.

 

One Reply to “Stocco di Mammola, dai mari del nord alle tavole del sud”

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *