Dio c’è. Lo dicono tutti quelli che sono passati da Salemi a mangiare da Ardigna. In un ipotetico tour per la Sicilia, quindi, è una tappa da non mancare – soprattutto per i buongustai – ma procuratevi il gps, le cose belle amano nascondersi e questo caseggiato rustico (dicesi Baglio) lo fa bene nella campagna trapanese.
Ma cosa ci sarà mai di così divino da mettere sotto i denti in questo posto? Ad esempio gli gnocchi ai pistacchi e le mitiche busiate alla marchesina, piatto della casa, nel senso che lo potrete mangiare solo da loro, accompagnato da pane appena sfornato. Special dish finale: la cassatella fritta preparata al momento con ricotta che dico fresca? Di più. Magari è preferibile andarci a pranzo, quando c’è ancora tanto spazio nello stomaco e anche più tempo a disposizione per digerire, vista l’abbondanza di portate. Un’idea? Ma ovviamente un giro per Salemi, quando sarete riusciti, con un po’ di pazienza, a trovare il modo per uscire dalla campagna.
La prima capitale d’Italia – titolo mantenuto da questo piccolo ma importante comune per un solo giorno, per mano di Garibaldi, che qui vi issò la bandiera tricolore, dopo essere sbarcato a Marsala nel 1860 – vale una visita non solo per i motivi storici anzidetti, ma perché, nonostante le catastrofi (terremoti, frane) che l’hanno colpita nel corso dei secoli, il centro storico ha mantenuto il suo impianto arabeggiante e medievale, con cortili nascosti e scale ripide su strapiombi, il duomo poi è stato recuperato con un progetto, realizzato dall’architetto portoghese Alvaro Siza, visibile, insieme ad una parte del Castello, da piazza Alicia, inclusa tra i 60 buoni esempi di progettazione, realizzazione e riqualificazione urbanistica al mondo. Che dite? Può bastare a convincere il turista on-the-road affamato che c’è in voi?