In una delle tante peregrinazioni in Calabria, di passaggio dalla Puglia a Catanzaro, mi sono imbattuta più volte in quel bel paesino che è Corigliano Calabro, dove si vive di pesca e di turismo balneare. A me fa pensare a Gallipoli, con le sue spiagge piene di gente in estate, i ristoranti, i locali, la movida.
In una di queste soste, ho avuto modo di apprezzare il “cotto di fichi”, un prodotto tipico della zona, molto utilizzato nella cucina calabrese per la sua versatilità.
Va bene infatti sui dolci, ma anche come accompagnamento di carne e formaggi freschi. A Corigliano lo chiamano “u miele i fichi”, ma col miele non c’entra nulla. In realtà è uno sciroppo, un estratto di cotto di fichi calabresi, buonissimo con torrone, carteddate, mustaccioli, macedonie, gelati ma anche su un filetto di manzo. Conosco gente che lo usa anche sui lampascioni fritti, praticamente come il nero che va bene su tutto. Da provare, a Schiavonea da za Marì, seduti di fronte al mare, mentre le barche lasciano il porto.
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