- Per non fare la figura del turista cafone a Gallipoli, preso solo dalle sue spiagge e dal mare. Al ritorno a casa, per sfoggiare una minima conoscenza della cultura locale, vi toccherà, di base: andare a visitare il Castello angioino e fare un giro al Museo Civico di Gallipoli. Se poi siete del posto, la visita diventa d’obbligo.
- L’effetto meraviglia è assicurato. Appena entrati, noterete subito l’enorme ed originale scheletro di una balenottera, pescato a fine Ottocento in acque gallipoline. Tranquilli, non avete sbagliato museo (vedi Museo del Mare a Gallipoli).
- Sarcofagi e vasi messapici, suppellettili d’epoca, fossili, antichi libri e dipinti, collezioni zoologiche e ornitologiche. C’è concentrato tutto quello che trovereste in dieci musei diversi in qualsiasi parte del mondo.
- Qui si fanno Incontri ravvicinati del terzo tipo. Se avete stomaci forti, non perdetevi la visita ai feti in formalina al piano superiore.
- Situato in un antico palazzo ottocentesco del centro storico, vi farete un’idea della bellezza degli edifici storici disseminati per la “città bella”.
- Guide Amart preparate e appassionate, pronte a rispondere a ogni vostra curiosità.
- Per scoprire che l’ “E. Barba” che dà il nome al museo, non sta per Eugenio Barba, regista e teorico del teatro di fama mondiale, fondatore insieme a Peter Brook dell’Odin Teater, cresciuto a Gallipoli e da qui emigrato in fanciullezza, ma a Emanuele Barba, filosofo, medico, letterato e filantropo gallipolino, grazie al quale il museo ha iniziato a crescere, con il contributo della sua raccolta personale di oggetti di storia naturale, archeologica e mineralogica.
- Il prezzo è più che onesto: solo € 1,00 in meno nel portafoglio, per andare via con tante interessanti conoscenze in più.